Fare le scelte giuste di investimento è uno degli “sport” più difficili.
Le difficoltà aumentano mano a mano che i mercati si fanno più complessi, che i rendimenti si fanno più bassi e che le scelte di investimento si moltiplicano.
Gli esperimenti fatti e le informazioni che ci raccontano giornali e media, dimostrano quanto siano fragili le basi delle nostre scelte di investimento.
Anche la conoscenza stessa degli strumenti è molto debole, sia di quelli che abbiamo in portafoglio, che di quelli proposti, di volta in volta, da assicurazioni, banche e consulenti senza scrupoli.
COME PRENDIAMO LE NOSTRE DECISIONI
La finanza dovrebbe essere il “Regno dei Numeri” per eccellenza, invece, molto spesso, le nostre scelte di investimento non si basano sui numeri reali, ma piuttosto su numeri enfatizzati e gridati.
Ti potrebbe quasi far pensare che in finanza chi grida più forte vince.
Potresti pensare che se tutti gli operatori “esperti” sono concordi, e si omologano su identiche scelte di investimento, probabilmente avranno ragione.
In realtà i numeri veri, quelli che dovrebbero essere analizzati, spesso non emergono.
Forse non emergono perché non c’è interesse.
Forse non emergono perché non si fa abbastanza attenzione.
Forse non emergono perché non si ascolta il proprio consulente di fiducia.
Visto che in finanza, come in molti ambiti della vita, non vi sono certezze, sembra che i risparmiatori più sprovveduti preferiscano delegare, come se fossero bendati, le loro scelte a presunti esperti, seguendoli con fiducia cieca.
DISTORSIONI COGNITIVE
Ogni volta che prendi decisioni di investimento, lo fai, sostanzialmente, in condizioni di incertezza, perché sai che il futuro non è prevedibile, nonostante in molti cerchino di convincerti del contrario.
Gli studi sulla finanza comportamentale dimostrano che in queste condizioni è più facile sbagliare.
Dovresti raccogliere un numero infinito di informazioni e riuscire ad analizzarle ed elaborarle tutte quando, invece, al tuo cervello (come a quello di tutti gli esseri umani) piace vincere facile e utilizza una sorta di “scorciatoie”, tende a scegliere la soluzione più facile e plausibile senza approfondire, evitando tempo e fatica.
Ecco che ciò che fanno tutti, ciò che sento raccontare vada per la maggiore, ciò che mi consiglia l’esperto della banca, diventa la soluzione più facile e plausibile.
Se vuoi diventare un investitore migliore, ti avverto, devi conoscere questi processi e sapere come banche, assicurazioni, poste, consulenti senza scrupoli, li usano da sempre per condizionarti e venderti i loro presunti prodotti e soluzioni di investimento migliori.
Condizionamento che, nella stragrande maggioranza dei casi, avviene senza nemmeno conoscere, o solo superficialmente, i tuoi obiettivi di investimento, la situazione familiare (non solo economica), il tuo reale orizzonte temporale, il tuo grado di apnea (LEGGI QUI), i tuoi progetti e i tuoi reali bisogni.
Tornerò nelle prossime newsletter ad approfondire questi aspetti per comprendere se hai costruito un corretto piano operativo di investimenti o stai semplicemente investendo a caso, a “vista”.
CONTESTO ATTUALE, CICLO ECONOMICO E SOLUZIONI DI INVESTIMENTO
Il contesto economico è composto essenzialmente da FASI che si susseguono nel tempo dando origine ai cicli economici:
- Picco di massimo.
- Rallentamento.
- Contrazione.
- Picco di minimo.
- Ripresa.
- Espansione.
Il tempo è composto da una serie di cicli economici, più o meno lunghi, che si susseguono.
Nell’immaginario degli investitori si nasconde sempre l’idea errata che sia possibile indovinare il market timing, il momento giusto per investire, e realizzare guadagni stratosferici nel picco, stare liquidi in attesa del nuovo minimo e così via. Facile no?
Il vero problema oggi, nel post-covid, è capire dove siamo in questo ciclo.
Siamo, come dicono molti, ad un picco di massimo e, oltre il picco, ci aspetta una crisi, un tracollo senza precedenti?
O come dicono altri, siamo nel pieno della fase di espansione e quindi dobbiamo cavalcare questi mercati fantastici in attesa del picco massimo?
Tu cosa ne pensi?
Mi preme ritornare oggi su questi concetti fondamentali perché alla base della finanza e, ancora di più, alla base del fallimento dei portafogli degli investitori.
Perché se fosse così facile, semplice ed intuitivo saremmo tutti molto più ricchi di quanto non siamo, non credi?
Invece non è così, sostanzialmente, per 2 motivi:
1_ Nella maggioranza dei casi i risparmiatori fanno l’esatto contrario di ciò che si dovrebbe fare.
Ovvero vendono sui minimi e continuano ad acquistare su massimi, moltiplicando le perdite anziché i guadagni. E lo hanno fatto anche a marzo del 2020, nel pieno della pandemia.
2_ Gli investitori, italiani in particolare, non riescono a detenere a lungo un buon investimento finanziario, a differenza di quanto fanno con un contratto telefonico, un’automobile o una casa.
Illusi dalla falsa convinzione del compra-vendi-guadagna (e pentiti) vengono sistematicamente alimentate strategie di speculazione, invece che di investimento, perdendo, con la mancata detenzione di asset di valore, il concetto stesso di tempo e di interesse composto.
Di interesse composto ne ho scritto a lungo anche nel mio libro “La tua sicurezza finanziaria” – LINK – dedicandogli un intero capitolo. È importante, ti invito a rileggerlo.
Sottolineo, per tua sintesi e conoscenza, che un investimento di €10.000, che offre un rendimento annualizzato dell’8% vale:
_ €14.693 dopo 5 anni,
_ €21.589 dopo 10 anni;
_ €46.610, più del quadruplo dopo 20 anni.
Dimmi onestamente qual’è il tempo medio di detenzione dei tuoi asset e dei tuoi investimenti? Quanto non stai sfruttando il concetto di interesse composto?
CERTIFICATI: COSA SONO E COME SFRUTTARLI
I certificate o certificati di investimento esistono sul mercato da anni.
Ne esistono di innumerevoli tipologie, emittenti e sottostanti – e come sempre, altrettanti sostenitori e detrattori – sui quali si crea molta confusione.
I certificati, in maniera sintetica, si possono definire come strumenti di investimento derivati, emessi e garantiti da un market maker (come ad esempio una banca), quotati al SeDeX – LINK – o EuroTLX – LINK –, e legati all’andamento di un sottostante.
Sono uno strumento a gestione passiva e non prevedono commissioni di gestione.
Ne esistono di moltissime tipologie, possono essere anche ad effetto leva per moltiplicare, o meno, i rialzi e le oscillazioni dei sottostanti.
Possono essere a capitale protetto, entro certi parametri prefissati di barriera, ad esempio 30%, o protetti interamente, quindi al 100%.
Possono avere scadenze brevi o lunghe.
Possono avere un solo titolo, o indice sottostante, o averne un paniere.
Possono generare, o meno, premi (una sorta di cedole), che si possono compensare con minus presenti nel dossier.
Possono essere rimborsati prima della scadenza.
Vorrei entrare nel merito e fissare i punti essenziali a cui fare attenzione.
Sono anni che li utilizzo con i miei clienti e, in oltre l’95% dei casi, abbiamo realizzato interessanti plusvalenze, in linea con gli obiettivi di rischio-rendimento e di orizzonte temporale, facendo particolare attenzione a 4 aspetti.
1_ EMITTENTE
È fondamentale selezionare l’emittente, se non è una primaria banca specializzata, con una solida storia sui certificati alle spalle, lascia stare!
2_ SOTTOSTANTE
Il certificato è uno strumento da utilizzare, in particolare, nel caso in cui avresti acquistato anche il titolo sottostante senza la copertura del certificato: una valida alternativa ad investire direttamente sul sottostante.
Un esempio: posso acquistare direttamente il titolo X e, quindi, concorrere direttamente alla crescita, e anche ai ribassi.
Se acquisto quello stesso titolo X attraverso un certificato con una barriera a -30%, avrò una protezione sulle perdite fino al 30%.
Se il sottostante è complesso, con un paniere variegato di titoli di cui non capisci la composizione, lascia stare!
3_ SCADENZA
I certificati hanno una scadenza e se, malauguratamente, scadessero sotto la barriera, tu dovrai acquistare direttamente il titolo o l’indice sottostante, con il controvalore di rimborso, altrimenti potresti concretizzare una perdita e non rispettare gli obiettivi che ti eri prefissato.
4_ MAI SOLO
Nella migliore strategia di investimento, per diversificare, è sempre bene prevederne diversi, con diverse scadenze e su asset differenti.
Vengo al dunque.
La situazione oggi è paradossale: da un lato abbiamo i tassi obbligazionari ai minimi storici, con un elevato potenziale di rialzo dell’inflazione, e tassi che vanno verso riduzioni ulteriori dei prezzi obbligazionari.
La liquidità per le famiglie i gli stati è ai massimi storici.
Sul versante opposto, le azioni hanno quotazioni relativamente alte, su alcuni settori e asset molto più di altri.
Ecco che ha senso sfruttare la struttura dei certificati per concorrere, ancora, ad una potenziale crescita del mercato azionario e del ciclo economico.
Ma ATTENZIONE: i collocatori di certificati potrebbero utilizzare questa stessa narrativa per appiopparteli, a casaccio, come se non ci fosse un domani
Devi, quindi, fare particolare attenzione e affidarti solo a chi li seleziona e li sfrutta da anni, in maniera sistemica, sui portafogli e identificare quelli che hanno un capitale parzialmente protetto e che incorporano un rischio inferiore a quello dell’investimento diretto.
Solo così potrai gestire in maniera attiva e concreta un portafoglio in grado di seguire i tuoi bisogni e obiettivi finanziari di medio lungo termine, e concorrere così alla crescita reale, che solo i mercati finanziari possono darti.