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Il mondo si sta evolvendo. Tu stai facendo altrettanto?
Il 2020 ci ha messo di fronte a sfide improvvise e inaspettate.
Ci stiamo rendendo conto (chi più e chi meno velocemente) che il mondo sta cambiando e – indipendentemente dal vecchio adagio “si stava maglio quando si stava peggio” – i cambiamenti sono reali, concreti, inarrestabili e oggi più che mai identificabili.
Dobbiamo essere consapevoli che anche in finanza accade la stessa cosa.
Non possiamo più permetterci le rendite di posizione, ovvero aspettare che i nostri patrimoni e investimenti crescano senza adottare strategie e metodi che siano effettivamente in linea con i tempi.
Attenzione!
Questa consapevolezza è fondamentale per non rientrare nelle schiere dei risparmiatori delusi, a cui piace solo inveire contro la finanza cattiva e spietata.
Capire la direzione in cui stiamo andando è funzionale per allinearci e concorrere a trend e settori in crescita, che delineeranno il futuro delle nostre economie e del mondo in cui vivranno i nostri figli e i nostri nipoti.
Ma il giapponese, esiste?!
Il Giappone ha analogie interessanti con l’Italia, e anche molte differenze.
I giapponesi sono un popolo “silenzioso”: quante persone conosci che sono state anche solo in vacanza o a visitare il Giappone? Io, onestamente, pochissime.
In Giappone vivono i cittadini più longevi e, come in Italia, la popolazione di anziani è costantemente in crescita: oggi oltre il 25% della popolazione giapponese ha oltre 65 anni e si prevede che salirà al 39% entro il 2050.
Visto il trend, si stima che, per il 2050, l’aspettativa di vita si attesterà a 85 anni per gli uomini e 91 anni per le donne.
La qualità della vita tende a migliorare, in termini assoluti, ma tutti questi anziani avranno sicuramente bisogno di qualcuno che si prenda cura di loro.
Le famiglie avranno sempre meno risorse, sufficienti, per accudire nonni e bisnonni e in Giappone, a differenza dell’Italia, ne sono ben consapevoli.
Questa situazione, in prospettiva, può generare anche un problema economico importante per le famiglie.
Le generazioni di figli e nipoti, come la mia oggi, avranno una vita lavorativa che si sposterà sempre più avanti nel tempo.
Hai un’idea, anche vaga, di cosa ti possa costare MENSILMENTE accudire un’anziano in una strutturata dedicata?
Il ministero della sanità giapponese ha stimato da tempo questi numeri e interi settori della loro economia si sono attivati per intervenire e trovare una soluzione a questo problema reale.
In Italia, invece, non funziona esattamente così.
Robina
Se ti dico “Toyota” forse ti viene in mente l’auto.
Ma se ti dico “Robina”? Non credo ti venga in mente la Toyota.
Toyota e Honda, tra le più importanti aziende giapponesi, vista la loro esperienza nel campo dell’ingegneria meccanica, stanno investendo da tempo (il binomio investimento – tempo è sempre determinante per il successo finanziario) sulla robotica.
Robina è un robot aiutante infermiera, in fase di continua elaborazione, costruita per assistere gli anziani, in una prima fase, per i loro bisogni primari.
Humanoid, invece, è un assistente domestico multifunzionale: sa lavare i piatti e svolgere alcune funzioni base, tra cui pulire casa e anche questo robot è in continua evoluzione.
Sembrano giocattoli elettronici ma, anche grazie ai progressi della tecnologia, della robotica e della IA, presto saranno molto più diffusi e utilizzati di quello che possiamo immaginare adesso.
Robotica e Intelligenza Artificiale sono già una realtà!
Sono settori che stanno evolvendosi a grande velocità.
Il Giappone oggi, a differenza dell’Italia, detiene un primato mondiale nel campo della robotica: utilizza 1,5 milioni di robot industriali.
Stato e imprese giapponesi si dedicano allo sviluppo e all’implementazione di robot che possano aiutare gli anziani perché ne hanno una primaria necessità e, al contempo, gli permette di studiare e sviluppare la robotica anche in molteplici altri prodotti e settori.
Siamo lontani da soluzioni definitive e rimangono problematiche e difficoltà, non si risolve nulla “dalla mattina alla sera”.
Ma riuscite a percepire cosa significa lavorare, studiare e implementare già adesso la visione, sulle tecnologie robotiche, dei prossimi 15-20 anni?
Riuscite a immaginare quanto chi da oggi vuole mettersi sul mercato, per cavalcare questo trend REALE, debba investire in termini di tempo e denaro per poter raggiungere, o superare, realtà come quella del Giappone, avanti anni luce rispetto all’Italia, con esperienze specifiche nel settore?
Divario
Giappone, Cina, Stati Uniti, Corea del Sud e Germania sono i mercati in più rapida crescita nello sviluppo di queste tecnologie. E stanno continuando a creare un enorme divario tra loro e gli altri paesi.
Altri paesi che comunque saranno anche loro utilizzatori di queste tecnologie.
Un divario che crescerà sempre più tra Stati, popolazioni, aziende e lavoratori.
Da anni, la classe media italiana sta lentamente bruciando risorse e risparmi.
Ci sarà sempre più differenza tra Stati ricchi e poveri.
Tra aziende ricche e povere.
Tra risparmiatori ricchi e poveri.
Ieri, oggi e domani
È impossibile non fare il confronto tra rivoluzione internet degli anni ’90 – quando si pensava che internet sarebbe servito solo ad alcuni settore, in qualche modo limitato ad alcuni ambiti – e quella robotica di oggi.
Oggi – come 30 anni fa quando molti sottovalutarono, sbagliando, gli sviluppi e la diffusione di internet, occorre essere realisti, senza sottovalutare o idolatrare i cambiamenti in atto.
Forse la prossima generazione potrà avvantaggiarsi appieno del grande sviluppo della robotica, quando i robot opereranno in maniera diffusa in tutti gli ambiti della società, del lavoro e della casa.
Lo sviluppo della robotica determinerà un ulteriore divario creando un’enorme ricchezza a vantaggio di pochi, quei pochi che da tempo investono in questo settore.
Robotica e tecnologia più in generale, possono far paura per la “disumanizzazione”, ma non è così.
In molti paesi, come ad esempio la Corea del Sud, la maggioranza della popolazione è favorevole ai robot.
Evitiamo preconcetti e sottovalutazione
Ancora una volta, dobbiamo evitare di schierarci tra pessimisti e ottimisti.
Quando si parla finanza non conta da che parte siamo schierati.
Solo i numeri sono concreti, le teorie le lasciamo ai teorici.
Occorre essere realisti e i numeri parlano davvero molto chiaro, su questi segmenti ci sono potenzialità prospettiche davvero esaltanti.
Però scordiamoci di navigare in mari calmi.
La crescita non è mai lineare, e nemmeno oggi lo sarà.
Dobbiamo essere più che consapevoli che a fasi alterne – a volte per colpa dei mercati finanziari, altri per le crisi economiche, altri ancora per eventi straordinari – le azioni, e i mercati finanziari di conseguenza, avranno anche delle fasi di ribasso.
In questi settori in particolare ci saranno anche ribassi molto forti, da cardiopalma, ma questo è il prezzo che dobbiamo pagare per poter concorrere e beneficiare di una crescita che sarà straordinaria.
Ricordati sempre della REGOLA del 3X.
E che senza metodo, pianificazione e selezione sarai preda dei venditori senza scrupoli che vorranno appiopparti il prodotto “più performante dell’ultimo trimestre”.
Fai attenzione a non investire guardando allo specchietto retrovisore perché è il modo migliore per schiantarti!
È importante iniziare oggi ad investire su questi ambiti perché ritengo che il momento attuale sia molto simile a quello in cui si trovava il mondo vent’anni fa rispetto ad internet.
Stiamo iniziando a percorrere un nuovo ventennio, siamo al primo capitolo di questo nuovo libro che potremmo scrivere insieme, se solo lo volessimo.
Non sottovalutiamo il tema della volatilità che sarà sempre più impetuosa sui mercati finanziari, come abbiamo visto. Proprio per questo, evita di investire su questi asset se sei debole di cuore e se hai un orizzonte temporale di breve termine.
Attenzione!
La speculazione è come il canto delle sirene di Ulisse: che ti fa apparire tutto bello, ma altrettanto irreale.
I mercati finanziari sanno anche essere molto duri e tu devi avere un metodo e una strategia per affrontare proprio quelle situazioni.
La selezione degli strumenti diventa fondamentale e per questo devi parlarne con il tuo consulente di fiducia.